La transizione energetica è l’utilizzo delle soluzioni per la produzione di energia non più dal petrolio, ma dal sole, dal vento, dai residui delle attività agricole; è lo sviluppo di nuove tecnologie impiantistiche per la produzione di materie e prodotti che usiamo nella nostra vita quotidiana utilizzando materie prime e fonti energetiche che non derivano dal petrolio. La transizione energetica è anche un nuovo modello di economia che da lineare (produco-consumo-smaltisco) diventa circolare: produco – consumo – riciclo - ri-produco, usando materie e sostanze che derivano dal riciclo e progettando i miei prodotti per allungare la loro vita e aumentare la circolarità.
La transizione energetica, ovvero il graduale passaggio a un sistema economico, produttivo, di vita basato sul non spreco delle risorse e sulla “decarbonizzazione” ottenuta attraverso un uso crescente delle risorse rinnovabili e a basso impatto clima-alterante, ha dunque tre “gambe”: la produzione di energie rinnovabili, la produzione di materie e prodotti con una sempre minore impronta carbonica mediante nuove tecnologie impiantistiche, e il riciclo dei rifiuti. Il riciclo dei rifiuti consente di produrre nuovi materiali e nuove sostanze che hanno un impatto ambientale inferiore rispetto a quelle realizzate partendo da materie prime vergini, poiché consentono di risparmiare risorse riutilizzando quelle già esistenti; i materiali e le sostanze derivanti dal riciclo possono poi essere utilizzate nuovamente nell’industria di produzione di beni e nell’industria energetica e chimica, migliorando l’impatto ambientale complessivo.
Il modello che ha sviluppato NextChem è una piattaforma tecnologica e industriale “circolare”, che include in modo integrato questi tre ambiti della transizione energetica: il riciclo della plastica per produrre nuovi materiali riciclati e con minore impatto carbonico da usare nell’industria per la produzione di oggetti, il riciclo chimico dei rifiuti di plastica e secchi non recuperabili in altro modo per produrre sostanze chimiche e carburanti “circolari” con minore impatto carbonico da usare per la mobilità sostenibile e per tante produzioni industriali, e la produzione di idrogeno verde da energie rinnovabili, che può essere utilizzato per esempio per la mobilità sostenibile. Nel nostro modello puntiamo ad avere una neutralità carbonica, ovvero a far sì che le emissioni di CO2 prodotte dagli impianti di riciclo vengano ampiamente compensate con la CO2 risparmiata avendo evitato l’incenerimento dei rifiuti e con la CO2 che si risparmierà impiegando i prodotti “circolari” al posto di quelli derivanti dalle fonti fossili, come il petrolio e il gas naturale. Nel nostro modello puntiamo anche ad avere “rifiuti zero”, ovvero a far sì che quanto esce, in termini di scarti, dai processi di riciclo, sia una percentuale costantemente decrescente e tendente allo zero.
Un modello del genere è davvero un modello del futuro, ma è realizzabile già oggi: oggi infatti è già possibile realizzare distretti circolari verdi con queste caratteristiche, con queste tecnologie e con queste ambizioni.