Progetto

Il Progetto

Il progetto prevede la realizzazione del primo impianto Waste to Hydrogen al mondo che costituisce l’Hydrogen Valley del Lazio, il primo incubatore tecnologico su scala industriale per lo sviluppo dell’intera filiera nazionale dell’idrogeno. A NextChem, nell’ambito del progetto europeo denominato IPCEI Hy2Use, è stato assegnato un contributo di €194 milioni a fondo perduto per lo sviluppo dell’impianto Waste to Hydrogen. Il progetto è finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU.

Nella fase iniziale si prevede la produzione di 1.500 tonnellate annue di idrogeno e 55.000 tonnellate annue di etanolo. La produzione di idrogeno crescerà in funzione dell’evoluzione della domanda, fino a 20.000 tonnellate annue, riducendo proporzionalmente i volumi di etanolo.
La tecnologia proprietaria di NextChem, sviluppata dalla propria controllata MyRechemical, permetterà di utilizzare come materia prima 200.000 tonnellate annue di rifiuti solidi non riciclabili, dando un contributo alla chiusura del ciclo dei rifiuti romani attraverso un processo di conversione con una significativa riduzione delle emissioni totali di CO2.
L’Idrogeno Circolare® potrà essere impiegato nei processi industriali a basse emissioni di carbonio e per la produzione di carburanti per una mobilità sostenibile, a un costo competitivo e rispondente alle indicazioni della tassonomia europea. L’etanolo circolare è utilizzato per la produzione di un carburante low carbon per la mobilità sostenibile; l’etanolo, inoltre, date le sue proprietà di antisettico, è la base della composizione dei gel disinfettanti.

La realizzazione dell’impianto eviterà il costoso trasferimento dei rifiuti verso altre regioni, ridurrà lo smaltimento in discarica e aumenterà la quota del recupero dei rifiuti, in accordo con la strategia europea e nazionale. L’impianto consente di ridurre decisamente le emissioni di anidride carbonica rispetto a tecnologie alternative di recupero o smaltimento di rifiuti.
Questo progetto offre dunque grandi benefici di carattere ambientale ma anche sociale per il territorio, permettendo la creazione di nuovi posti di lavoro, la formazione di giovani a professioni green legate all’economia circolare e il reskilling di professionalità esistenti in un settore più resiliente per il futuro, oltre che uno sviluppo dell’indotto locale.

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