Oggi la Toscana ha un’opportunità storica di chiudere il ciclo dei rifiuti grazie a nuove tecnologie impiantistiche che rispondono agli obiettivi di economia circolare e di decarbonizzazione. La Toscana, infatti, con 2,28 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e 10,1 milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti ogni anno, ha bisogno di soluzioni per una migliore gestione dei rifiuti: ad oggi, oltre il 30% dei rifiuti urbani viene ancora smaltito in discarica e circa il 10% viene incenerito in impianti in via di chiusura.

Il modello di Distretto Circolare Verde potrebbe avere un ruolo chiave nella chiusura del ciclo della gestione dei rifiuti in Toscana: consentirebbe di diminuire lo smaltimento in discarica dei rifiuti non riciclabili meccanicamente, garantendone il recupero sfruttando il contenuto di Idrogeno e Carbonio per produrre carburanti avanzati da carbonio riciclato, come metanolo e idrogeno.

La Toscana potrebbe rappresentare un modello di best practice nella transizione ecologica e al contempo rispondere ad esigenze di tutela e sviluppo occupazionale. È una regione che ha storie di eccellenza ed è un laboratorio di innovazione tecnologica, industriale e nel rapporto tra industria, istituzioni e cittadini. Il Distretto Circolare Verde potrebbe dare un grande contributo alla decarbonizzazione dei siti industriali tradizionali presenti in Toscana da riconvertire attraverso la chimica verde, basandosi sull’infrastruttura logistica già presente e capillare nel territorio.

I progetti allo studio per la Toscana potrebbero inoltre renderla una delle prime regioni dotata di un “Hydrogen Hub”, in linea con le linee guida strategiche dell’Unione Europea e dell’Italia sullo sviluppo di un’economia a idrogeno. Gli impianti attualmente in fase di studio sono flessibili, in grado di adattarsi alle esigenze del mercato di aiutare la transizione dei prossimi anni verso una economia carbon neutral.


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